STORIA DEL CURSILLO IN SABINA


Non è facile iniziare a parlare di un evento, sicuramente straordinario, che ha avuto inizio
venti anni fa e che oggi non è un punto di arrivo, ma ha il sapore di un traguardo volante da
cui trarre nuove energie per proseguire il cammino.
Perché, allora, non cominciare con la testimonianza di chi è stato un protagonista come
Vito? 

Cominciò così l’avventura… Un compagno di giochi perso di vista da molti anni riemerge dalla folla e mi chiama per nome: Vito! Ti sei sposato !!?? e da quando?? Anch’io sai ho tre figli. Ti dico subito che ho da proporti un’esperienza, io l’ho fatta, è valida e te la propongo. Di che si tratta? Devi liberarti dai tuoi impegni per poter vivere tre giorni diversi dal solito. Prova! Ho provato! Partimmo dalla Basilica di S Paolo su un pullman diretti a Frascati. Faceva freddo e molti di noi avevano il cappotto con il bavero alzato. Durante i tre giorni, appesi i cappotti, cominciarono le sorprese. Alcuni dei partecipanti avevano il collarino bianco, erano preti!! Uno era prete operaio, un altro era parroco di borgata un altro veniva dal vaticano… Le persone poi erano le più diverse: muratori, commercialisti, falegnami, ingegneri, studenti fuori corso, disoccupati, idraulici e politici. Mi sembrava di stare in una gabbia di matti. Finiti i tre giorni avevo la testa stanca e confusa ed ero convinto di essere stato veramente in una gabbia di matti. Passò del tempo, avevo continuato a frequentare i matti, perché il prete borgataro aveva l’abitudine di scrivere dei bigliettini e l’ultimo giorno senza che io me n’accorgessi infilò nel mio quaderno un bigliettino che ancora conservo e che diceva : “ Se parliamo di società, in termini biblici questa si chiama “Alleanza”. È Dio che entra in società con te. È Dio che si fa uomo in te ed ama gli altri attraverso di te”. Incominciai a scoprire che in mezzo a quei matti c’era Gesù. Frequentai la Scuola Responsabili alla Garbatella. Altri preti, tanti altri amici. Arrivarono le chiamate come Cameriere e Rettore. L’avventura continuava….mentre avvertivo il lento, lentissimo sgretolarsi, del mio cuore di pietra. Il nuovo cuore di carne si sincronizzava altrettanto lentamente col Cursillo. Con la nascita del mio secondo figlio, cambiai casa e da Roma mi trasferii a Torlupara. Scoprii che la parrocchia di Torlupara non faceva parte di Roma ma apparteneva alla Diocesi di Sabina e Poggio Mirteto. I pochi Corsisti della zona frequentavano l’Ultreya di Roma Montesacro ,dove fu facile fraternizzare con loro. L’avventura continua… Il 14 marzo 1988 arriva in Sabina il vescovo Nicola Rotunno. Don Nicola spedisce alcuni sacerdoti a frequentare i Cursillos in varie diocesi italiane. Don Nicola inizia un “precursillo selvaggio” invitando personalmente le persone con la formula: “regala tre giorni a Gesù”. Le persone contattate vanno a frequentare i Cursillos nelle diocesi vicine. Convoca quindi quanti hanno esperienza di rettore o di cameriere e spiega che è sua intenzione utilizzare il Cursillo molto intensamente. Partono i primi Cursillos della diocesi Sabina con responsabili delle diocesi di Rieti e Civitacastellana. Parte anche la Scuola Responsabili coordinata sempre da Rieti e Civitacastellana. Con il 5° Cursillo Sabino l’ intera equipe è sabina con Vincenzo Budini come Rettore. Per l’8° vengo chiamato io. Come non ricordare… Un’ondata di tenerezza mi assale a questo ricordo. Come Rettore cercavo dei sacerdoti per il completamento dell’equipe sacerdotale. Intervistai un sacerdote anziano e malandato in salute che a fronte della mia richiesta mi guardò fisso negli occhi e con un filo di voce mi rispose: “Il vento soffia dove vuole, senti il suo sibilo ma non sai donde viene né dove va” Il vento ha continuato a soffiare… Sono passati venti anni. E l’avventura continua.. Aiutiamoci con un’altra testimonianza di un fratello protagonista del 1° cursillo uomini: Giorgio… La fonte di energia che alimenta la nostra vita e di ciò che ci circonda sembra inesauribile, e tutti i momenti che abbiamo vissuto e che viviamo sembrano irripetibili. Fra i tanti momenti della nostra vita a ciascuno di noi ne sono stati riservati due veramente unici: quello del “Concepimento” e quello del “Ritorno alla Casa del Padre”. Fra il concepimento e il ritorno può avvenire di tutto, compreso quello di essere rispediti anzitempo al mittente negandoti la possibilità di tornare serenamente alla Casa del Padre e, a molti di aprire gli occhi al mondo per provare a vivere la stessa esperienza di chi ti ha potuto concepire. - Io mi sento un privilegiato. Il mio “cursillo” ha avuto inizio alle cinque e trenta del sei agosto del 1945 (d. c.), con un Rettore Insuperabile e due camerieri pronti a dare tutto di se per questo nuovo “cursillista”; c’erano tanti piccoli camerieri, meno esperti, molto disponibili, ma anche molto curiosi di conoscere l’aspetto e le pretese del nuovo cursillista; non immaginavano che dopo quattro anni sarebbero arrivati altri due cursillisti. Dopo anni di ultreyas casalinghe mi sono reso conto che la mia data di nascita coincideva con uno dei giorni più nefasti della nostra storia dis-umana. In quello stesso giorno, da un aereo che volava sopra una piccola città giapponese, premendo un piccolo bottone, è stato possibile accendere una luce così tremenda che in pochissimo tempo ha disintegrato migliaia di esseri umani. Per chi come me e tanti altri abbiamo avuto la “fortuna” di non incappare in questi “inconvenienti” c’è stata senz’altro l’opportunità di vivere momenti belli gioiosi felici ma, anche difficili, tristi, dolorosi e di sconforto apparentemente inspiegabili,…spesso dimenticando chi soffre più di noi. Si arriva ad un punto della nostra affannosa esperienza di vita in cui dimentichiamo gli altri e pensiamo di essere arrivati al limite della sopportazione… un po’ come Giobbe. L’entusiasmo giovanile e lo spirito di avventura che ti hanno spinto ad affrontare tante incognite va scemando, mentre la realtà della vita ti presenta giorno dopo giorno le difficoltà quotidiane con il conto da sanare. Ed è proprio in questi momenti che può accadere qualche cosa che ti scuote, ti fa riflettere, capire di non essere arrivato. Di solito avviene quando ti sembra di avere dato tutto senza ricevere nulla, e le difficoltà hanno il sopravvento sulle poche forze che ti sono rimaste per cercare di superarle. Era una domenica come tante altre (del 1988 d.c.); la solita Messa da ascoltare con la mente distratta dai tanti problemi che si accavallavano nella mente: lavoro, parenti e affini, e il bilancio familiare costantemente in negativo. Durante la celebrazione notai due ometti di una certa età che ogni tanto si parlottavano e sbirciavano verso di me. I nostri figli Marco e Paolo, già grandicelli, erano inseriti nei gruppi parrocchiali ma io, forte delle precedenti esperienze,a volte burrascose, mi guardavo bene di varcare la soglia della canonica; conoscendomi mi sarei fatto coinvolgere in qualche impegno parrocchiale inconciliabile con le difficoltà del momento. A fine celebrazione la coppia si era posizionata fuori in corrispondenza dell’uscita laterale della chiesa con l’evidente atteggiamento di cogliere il momento opportuno per intercettarmi. Mi è sorto il dubbio che fossero testimoni di Geova che a quel tempo imperversavano fermandoti ad ogni angolo della strada, e che fossero venuti in chiesa solo per intercettarmi. Ero tentato di uscire dalla porta centrale ma sicuramente sarebbe stato inutile, avrebbero intuito la mossa e li avrei trovati lì ad aspettarmi; ho deciso di affrontarli con la precisa intenzione di scaricarli rapidamente per il fatto che dovevo raggiungere casa per sorvegliare la piccola Serena e dare il cambio ad Annamaria, mia moglie, per permetterle di andare alla Messa. All’uscita mi hanno intercettato, non erano testimoni di Geova ma appartenevano ad uno strano gruppo Cristiano e mi proponevano un altrettanto strano incontro, Ritiro, Corso di Cristianità con un impegno di appena tre giorni. Ho accennato che ero molto impegnato, che ritiri ne avevo fatti diversi e che comunque non volevo intraprendere nuove esperienze associative; mi chiarirono che non si trattava di un’associazione, ma di un Movimento di Cristianità, il Cursillo, appoggiato alla Parrocchia. Con la scusa della fretta il colloquio si è interrotto. Tornando a casa riflettevo su quello strano momento mai vissuto in precedenza e su quello strano movimento, “Cursillo”, del quale non avevo mai sentito parlare; fosse il solito gruppo di dissidenti che va in cerca di adepti? Al cambio di guardia non c’è stata possibilità di parlare con Annamaria dell’accaduto, stranamente già pronta per andare a Messa. Giocare con il gioiello di casa, la piccola Serena, era un piacere enorme e il tempo passava piacevolmente. Nel pomeriggio, andando a cercare medicinali, ho incontrato Don Pierre, Canonico Agostiniano,che mi ha fatto la stessa proposta della mattina dicendomi che il Vescovo voleva sapere se confermavo la mia partecipazione al Cursillo. Ho pensato ad una congiura. Tornando a casa pensavo a come convincere Annamaria dell’inopportunità di essere coinvolto in questa “strana proposta”.preparandomi tante giustificazioni. Contrariamente alle mie aspettative, Annamaria è stata molto chiara: - perché non vai, ti farà molto bene! - pensi che io non me la posso “cavare” da sola per qualche giorno? - ci sono anche i ragazzi che possono darmi una mano. La trappola ormai era scattata Le esperienze vissute con questo rinnovato entusiasmo sono state tantissime, impegnative e faticose, ma ricolme di gioia e soddisfazione che vorrei portare a tutti nel ricordare il “secondo” cursillo della mia vita che è coinciso con il primo Uomini tenutosi in Sabina il 9/12-6-1988 (d.c.) promosso “con grande vigore” dal vescovo Nicola Rotunno. Ho imparato cose importanti e fra queste: Se ti metti al servizio del Principale devi accettare di abbandonare tutto, anche la vergogna e, se serve, rischiare di sembrare due testimoni di Geova, come le vecchie volpi Vincenzo e Vito, pur di portare altri operai nel campo “precursillo”. Perché …”dove sono due o tre riuniti nel mio nome Io sono in mezzo a loro”….. Le testimonianze appena ascoltate, non lette, oltre che essere belle e espressive, ci danno un sentore di quello che era il metodo, sicuramente poco ortodosso, che si era instaurato fin dall’inizio dal vulcanico Vescovo Nicola che aveva completamente sposato l’esperienza del cursillo come un mezzo di sicura evangelizzazione, di catechesi per adulti e l’inserimento valido e responsabile dei laici nella vita della Chiesa sabina. Quel suo metodo di fare precursillo fermando le persone per la strada o bussando di casa in casa in tutte le parrocchie che lui visitava con la frase: “regala tre giorni a Gesù”, ha consentito ad una notevole quantità di persone di fare l’esperienza del cursillo facendo si che la nostra Diocesi abbia oggi un’alta percentuale di partecipanti a fronte della comunità diocesana. Sono 1150 i cursillisti su 150.000 anime per una percentuale pari a 0,76%, fra le più alte d’Italia. Ma andiamo in ordine. Era il 9 giugno 1988 quando partirono in contemporanea il 1° cursillo uomini a Sant’Antonio a Monte a Rieti con l’èquipe di Rieti ed il 1° cursillo donne a Fara Sabina con l’èquipe di Civitacastellana.

1° Cursillo Uomini - Sant'antonio a Monte Rieti

1° Cursillo Donne - Fara sabina
I cursillos si sono poi succeduti in rapida sequenza fino al 4° uomini e donne sempre con l’aiuto di Rieti e Civitacastellana ma anche di Macerata e Terni dove è stata fatta la prima e unica esperienza di cursillo misto: il 4° uomini/donne. Dal 5° cursillo uomini si è cominciato ad essere autonomi con èquipes interamente della Diocesi di Sabina - Poggio Mirteto. Quel modo insolito e travolgente del Vescovo Nicola, che si ripercuoteva anche nella Curia diocesana, con la pretesa che tutto il clero facesse l’esperienza del cursillo, ha prodotto anche aspetti negativi. Il clero sabino si divideva, ed al suo interno nascevano malcontenti, mentre nel cursillo veniva a mancare una vera e propria organizzazione in un coordinamento. Quando nel 1992 Mons Salvatore Boccaccio ha sostituito il Vescovo Nicola, il cursillo sabino è rimasto affidato solo all’impegno personale di tre fratelli: Vincenzo, Vito ed Alberto, mentre la parte spirituale a Don Guido Abbà. Anche nel cursillo sono iniziati i primi malcontenti. I fratelli e le sorelle si sono divisi in due gruppi: quelli che volevano continuare con il metodo sbaraglino del Vescovo Nicola e quelli che spingevano affinché il cursillo sabino si desse una organizzazione secondo le “Idee fondamentali” e si seguisse fedelmente la metodologia del cursillo. Metodo si o metodo no! Questo a portato ad uno spopolamento delle ultreyas ed ad una scarsa frequentazione della scuola responsabili. Nel giugno 1997, i fratelli Vincenzo, Vito, Alberto e Don Guido, che con tanta buona volontà si erano occupati del cursillo, preso atto della situazione sempre più insostenibile, decisero, e non a torto – è giusto riconoscere – che il cursillo sabino non aveva più i presupposti e le basi necessarie per continuare. Così nella convivenza di giugno 1997 fu letta e resa nota una lettera indirizzata al Coordinamento Nazionale in cui si annunciava la chiusura del cursillo nella Diocesi Sabina. Non tutti accettarono la decisione assunta ed in particolare Raffaello che sosteneva che il cursillo non poteva essere un giocattolo che ormai non divertiva più tanto da gettarlo nel dimenticatoio in un angolo della soffitta, ma era uno strumento che il Signore ci aveva dato e occorreva un bel coraggio per restituirlo. La risposta a questa affermazione fu: “prenditela tu questa responsabilità” e Raffaello, un pò incoscientemente, rispose: si! Non dimenticherà mai, Raffaello, quel fraterno e affettuoso abbraccio del Vescovo Salvatore, ormai rassegnato al peggio, quando si presentò a lui comunicandogli di essere il nuovo coordinatore diocesano. Aiutato da pochi fratelli, ricordiamo con affetto Italo, tornato alla casa del Padre nell’aprile scorso, si mise subito al lavoro per superare quel momento critico. Oltre che passare a due soli cursillos annui, uno per uomini ed uno per donne, contro i quattro di prima, date le potenzialità ridotte per portare nuovi fratelli e nuove sorelle al cursillo, furono aumentate le convivenze da due a tre trasformandole, però, in convivenze di studio su di un tema specifico da svilupparsi nell’arco dei tre incontri. Nel primo anno abbiamo parlato della responsabilità del cristiano e del cursillista e nel secondo sul “treppiedi”. Lo scopo era quello di risvegliare il senso di responsabilità datoci con quella frase: “Cristo conta su di te” e su come vive il cristiano responsabile e testimone autentico del Cristo risorto. Avevamo un estremo bisogno di riscoprire il nostro essere cursillisti e ritrovare armonia e voglia di stare insieme; ricostruire una comunità divisa da malintesi fino a diventare una comunità di fratelli coesa, unita nell’amicizia e nell’amore. La scelta delle tre convivenze annue su temi specifici, non solo è stata subito utile, ma anche gradita, dato che ancora oggi continua. Nel frattempo anche la scuola responsabili, con la scelta di incontri mensili ad ultreyas riunite, ha dato i suoi frutti riportando le presenze alla scuola ad un numero importante. L’attenzione, poi, era sempre rivolta a smorzare ogni piccolo accenno di polemica sottolineando sempre l a necessità di essere attenti studiosi dell’ambiente e saper prendere quelle misure necessarie senza mai venire meno alla mentalità, essenza e finalità tipiche del cursillo. Un altro problema importante da affrontare con coraggio era quello dell’èquipe sacerdotale. Con il ritorno alla Diocesi di appartenenza (Cuneo) di Don Guido la presenza sacerdotale era garantita da Don Kyano e da Don Pierangelo che avevano ancora difficoltà ad entrare nella mentalità del cursillo. La disponibilità ed il loro spirito di sacrificio ha garantito la sopravvivenza del cursillo. Ad essi va il nostro ringraziamento. Oggi Don Kyano, entrato pienamente nella mentalità del cursillo, è il nostro animatore spirituale mentre Don Pierangelo, con i suoi problemi personali e di salute, oggi non collabora più con noi. In questi problematici inizi non dobbiamo dimenticare l’essenziale apporto che ci hanno dato Padre Geraldo, tornato in Brasile nel 2001, e Don Giuseppe Rodighiero. Il modo nuovo di presentarsi del cursillo sabino e la presenza sempre più numerosa e fattiva dei cursillisti nelle realtà parrocchiali ha provocato anche un’altro piccolo “miracolo”. Molti sacerdoti si sono riavvicinati al nostro movimento prestando con la loro presenza, magari saltuaria, un prezioso contributo con meditazioni, rollos ed altro ancora. Ricordiamoli: Don Domenico, Don Antonio, Don Quirino, Don Paolo, Don Daniel, Don Franco Mallie, Don Romano, Don Mauro, Don Davino e Don Frederic. Anche sacerdoti, come Don Giuseppe Mancini e Don Franco Mezzanotte, che prima avevano elevato un baluardo di istintiva difesa e rifiuto all’epoca del travolgente Vescovo Nicola, si sono ricreduti ed hanno collaborato con il cursillo con la loro presenza e con la disponibilità a seguire l’ultreya di Poggio Mirteto (Don Franco). A ciò, sicuramente, ha contribuito non poco il Vescovo Salvatore, cursillista convinto, che dopo aver risolto la situazione difficile nel clero sabino, ha testimoniato la sua appartenenza al cursillo partecipando per tutti e tre i giorni al 23° uomini portando con se altri tre sacerdoti: Don Cesare, Don Giovanni e Don Alex. Don Cesare, di santa memoria, e Don Giovanni hanno collaborato e ancora collaborano con noi. La scelta di effettuare tre convivenze l’anno su temi annuali specifici ha senz’altro portato benefici evidenti. Abbiamo toccato temi importanti e impegnativi, senza stare ad elencarli tutti, che hanno accresciuto non solo la cultura di ognuno di noi ma, soprattutto, il nostro testimoniare cristiano. Nello scorso anno abbiamo affrontato il tema del matrimonio e della famiglia e questo anche per essere in linea con la pastorale diocesana che guarda con preoccupazione l’attuale situazione familiare nella nostra realtà. Anche l’anno che sta iniziando affronteremo temi importanti relativi alla famiglia come le convivenze, il problema dei p.a.c.s. e cercheremo insieme una pastorale familiare. Un altro momento importante che ha dato grande spinta e coesione al movimento del cursillo sabino è stata la celebrazione del decennale nel giugno 1998. Eravamo ancora agli inizi di un periodo critico e questo evento ha inciso profondamente su di un rinnovato spirito di collaborazione e fratellanza. A tale evento hanno dato grande impulso i responsabili nazionali Ernesto Calvarese e Don Ubaldo Ubaldi, i rappresentanti delle Diocesi di Rieti e Civitacastellana che hanno lanciato il cursillo in Sabina e, soprattutto, il Vescovo Salvatore Boccaccio che con la sua presenza e le sue parole ci ha dato tanto coraggio e speranza nel sentire cosi vicina la presenza e l’affetto del nostro Vescovo.

1998 - Festa del decennale cursillos
Un altro evento importante e doloroso fu il ritorno alla casa del Padre del Vescovo Nicola il giorno 8 febbraio 1999, dopo una lunga e grandemente sofferta malattia. Alla veglia di preghiera presso l’Oasi della Pace, altra opera da lui fortemente voluta e amata, dove ha vissuto gli ultimi anni amorevolmente assistito, erano oltremodo numerosi i fratelli e le sorelle del cursillo che lo hanno ricordato con toccanti testimonianze. Quel momento, per quanto triste, è stata una grande occasione di comunione amicizia perché tutti si sono scoperti bisognosi del sostegno degli altri. L’anno 2000 ha segnato, oltre che il passaggio del millennio, altri due momenti significativi per il cursillo sabino: la “peregrinatio mariae” e l’insediamento del nuovo Vescovo Mons. Lino Fumagalli. Ricevuta la statua della Madonna di Fatima, dono della Diocesi di Fatima al Movimento dei Cursillos Italiano, dalle mani del Vescovo di Civitavecchia, la stessa ha compiuto un continuo pellegrinaggio per tante parrocchie sabine iniziando da Forano, poi entrando nella Cattedrale di Poggio Mirteto nel momento in cui iniziava la cerimonia di ordinazione episcopale di Mons. Lino, per terminare il suo pellegrinaggio nella parrocchia di Gesù Maestro di Torlupara dove è stata prelevata e consegnata alla Diocesi di Tivoli. Anche la “peregrinatio mariae” è stato un momento bello per tutto il cursillo sabino ma, soprattutto, una altra occasione di aggregazione e rinnovato entusiasmo per il nostro apostolato sotto la benevola protezione di Maria, Madre del Cursillo e della Chiesa, a cui tutti ci affidiamo con filiale devozione. Ricordiamo, oltre le parrocchie già citate, i luoghi visitati dalla Madonna pellegrina: Vescovio, Selci, Torri, San Valentino, Catino, Poggio Catino, Passo Corese, L’Oasi della Pace, Monterotondo. Nel mese di marzo, precisamente il giorno 19, il nuovo Vescovo Mons. Lino Fumagalli prese possesso della Diocesi con una pubblica cerimonia molto partecipata. Anche il Vescovo Lino crede nel cursillo e la sua efficacia pur non dimostrando lo stesso entusiasmo e slancio dei Vescovi che lo hanno preceduto. Nonostante il suo fare distaccato verso movimenti o associazioni è comunque fermamente convinto della necessità dell’impegno dei laici nella Chiesa. Anche l’anno 2001 ha regalato al cursillo sabino un importante momento: il coronamento di una storia di amore e di amicizia. Siamo spesso portati a trarre giudizi frettolosi e superficiali guardando alcune coppie di giovani disposte alla convivenza senza regolarizzare la loro posizione e non solo davanti a Dio. Conosciuti meglio i protagonisti e le loro storie ci siamo accorti che il loro stare insieme era solo un forte desiderio di amore come risposta alle loro esigenze ed al superamento di quelle difficoltà che la vita gli aveva posto davanti.
È la storia di Gianluca e Veronica, due nostri giovani cursillisti. Le loro difficoltà erano tante e le più svariate, ma il loro amore ancor più grande. Ed ecco intervenire un altro “AMORE” diverso, stupendo, quello che ci unisce tutti in Cristo. Con l’aiuto silenzioso e gratuito di tanti fratelli cursillisti, con il rito concelebrato da Padre Geraldo e Don Kyano, padri spirituali dei cursillos uomini e donne che li hanno visti protagonisti, Gianluca e Veronica hanno coronato il loro sogno d’amore in un clima di festosa e familiare amicizia ed oggi sono sposi felici, una famiglia unita che gode ogni giorno la gioia del dono di Dio di due bei marmocchi. Anche il 2004 ci ha donato un altro evento da sottolineare e ricordare: gli esercizi spirituali tenutesi nel mese di maggio a Fara Sabina. Per la prima nella sua storia il cursillo sabino ha organizzato degli esercizi spirituali sul tema: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”, le prime parole della “dossologia finale” della preghiera eucaristica. Brillantemente predicati da Don Giuseppe Mancini abbiamo riflettuto su come vivere tutta la nostra vita per Cristo, insieme a Cristo e strettamente incorporati a Cristo. Ci avviciniamo a grandi passi verso l’oggi e ricordiamo giugno 2006 quando Raffaello, come da regolamento dopo un mandato e due rinnovi, ha lasciato l’incarico di coordinatore diocesano. In quella occasione serpeggiava una sorta di tristezza e di paura. Tristezza e paura cessate quando l’incarico è stato accolto da Nazzareno e Raffaello ha garantito il suo apporto, con rinnovata disponibilità ed energia, assumendo l’incarico di Rettore della Scuola Responsabili. Oggi, mentre con gioia celebriamo festosi il nostro ventennale dei cursillos in Sabina, possiamo citare alcuni numeri indicativi del frutto del nostro operare. Dopo venti anni, la Grazia del Signore ha consentito la partecipazione all’esperienza del cursillo di circa 1150 tra fratelli e sorelle attraverso la celebrazione di 34 cursillos per donne e 33 cursillos per uomini. Inoltre, il cursillo sabino ha espresso in questi anni una vocazione sacerdotale (Ivan), quattro accoliti (Carmelo, Raffaello, Domenico e Bruno), due lettori ed un gran numero di fratelli e sorelle impegnati nelle parrocchie come ministri straordinari della Comunione, catechisti, operatori nella Caritas, nell’UNITALSI, nei consigli parrocchiali ed in altre realtà parrocchiali, nonché in gruppi, movimenti e associazioni. Questi dati, più o meno incoraggianti, ci spingono ad invocare incessantemente lo Spirito Santo perché possiamo essere sempre pronti a rispondere SI all’invito “Cristo conta su di te” ed essere testimoni coerenti e credibili per attirare a noi tutti coloro che hanno dei serio dell’amore di Cristo. È bene terminare questa breve nostra storia con le parole che Giovanni Paolo II ci ha rivolto durante la 3^ ultreya mondiale nel luglio 2000: «Di fronte ad una cultura, che non di rado nega perfino l'esistenza di una verità oggettiva di valore universale: e spesso si arena nelle sabbie mobili del nichilismo, i credenti debbono saper indicare con chiarezza che Cristo è la Via, la Verità e la Vita. A voi che generosamente gli avete spalancato il cuore, è Cristo stesso a chiedervi di annunciarlo instancabilmente a chi ancora non lo ha ascoltato. Vi chiede di essere al suo servizio, al servizio della sua Verità che rende liberi. Incontrando Cristo, voi avete imparato a guardare con occhi nuovi le persone e la natura, gli eventi quotidiani e la vita nel suo insieme. Avete sperimentato che dà vera felicità seguire il Signore. Questa esperienza personale e comunitaria va ora comunicata agli altri. Molti uomini e donne del nostro tempo, che purtroppo si allontanano da Dio, attendono da voi la luce della fede, che faccia anche a loro riscoprire i colori dell'esistenza e la gioia di sentirsi amati da Dio. Coraggio!! Ultreya! Avanti»

ULTREYA

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